La Sardegna, contraddistinta da una forte cultura locale, esprime la propria specificità attraverso il suo straordinario patrimonio archeologico, storico, museale, ambientale, folcloristico, ricco di tradizioni popolari che si esprimono, oltre che durante le suggestive sagre, nelle rinomate produzioni dell'artigianato artistico.
Le prime tracce dell'uomo in Sardegna si riferiscono a diverse aree di provenienza nel Mediterraneo: il nord dell'isola, in particolare il territorio della Gallura, pare sia stato occupato da popolazioni di origine etrusca, mentre dalla Spagna sarebbero provenuti i primi abitanti del centro Sardegna e, quasi sicuramente, dal continente africano quelli della zona meridionale.
Durante il periodo preistorico, più precisamente nel Neolitico, la popolazione sarda aveva iniziato a stanziarsi, a praticare l'agricoltura e a fondare i primi villaggi di capanne.
In relazione alle nuove esigenze di vita, si era diffusa una religione i cui riti facevano capo al culto della dea madre, simbolo di vita e fecondità, e al culto dei morti che venivano seppelliti all'interno di piccole tombe scavate nelle pareti rocciose e chiamate domus de janas o case delle fate. Secondo la leggenda, le janas erano piccole creature femminili notturne, una via di mezzo tra le fate e le streghe, di dimensioni uguali a quelle di un uccello di campo e dalla pelle talmente candida e delicata che non uscivano mai di giorno per non bruciarsi.
Fu però una nuova ondata di Megalitismo, rappresentata da popoli provenienti dall'Oriente e che prese dimora in tutta l'isola, a costruire i famosi nuraghi, le grandi fortificazioni, come quella di Barumini o di Santu Antine, e le torri di avvistamento più piccole.
Il culto non era più rivolto alla dea madre, ma a divinità dalla forte connotazione bellica, i menhir, pietre fissate nel terreno, lisce o scolpite con motivi in rilievo simili a pugnali. Molti menhir sono stati trovati, non a caso, a guardia delle nuove sepolture megalitiche, le tombe dei giganti, grandi e maestose, così diverse dalle piccole domus de janas.
Intorno all'anno 1000 a.C. nascono le prime città costiere fondate dai fenici, quali Nora, Tharros, Karalis, Cornus, Bosa, Torres, Bithia e Olbia. Ai pacifici fenici, nel 500, subentrarono i cartaginesi che conquistarono con la forza non solo le zone costiere ma si spinsero anche in alcune zone dell'entroterra, dove però non riuscirono nemmeno a toccare i baluardi della ancora fiorente civiltà nuragica. Con lo scoppio delle guerre puniche, i cartaginesi cedettero anche i territori conquistati in Sardegna ai romani che dominarono soprattutto sulle zone costiere fino alla caduta dell'Impero, periodo in cui anche l'isola venne invasa da Vandali, Visigoti, Bizantini e, infine, Arabi.
Intorno al 1100 d.C. furono istituiti i quattro giudicati di Arborea, Cagliari, Torres e Gallura, veri e propri regni finalizzati a governare in totale autonomia. Tra i regnanti più importanti, la cui opera segnò il corso della storia isolana, proprio nel periodo in cui in Italia si costituivano i Comuni, si distingue la figura della giudicessa Eleonora d'Arborea, conosciuta per aver promulgato la Carta de Logu, il primo Codice di leggi in lingua sarda, esteso poi a tutta l'isola. Nel 1407, la battaglia di Sanluri cominciò a segnare la fine del Giudicato di Arborea, l'ultimo sopravvissuto, sconfitto dagli aragonesi e destinato definitivamente a crollare nel 1478 durante la battaglia di Macomer.
Nel 1492 la Corona di Aragona e quella di Castiglia si riunirono e costituirono il Regno di Spagna, quindi anche la Sardegna, conquistata dagli aragonesi, passò sotto il dominio spagnolo fino al 1720.
L'anno segnò la cessione dei territori sardi ai Savoia che costituirono il Regno di Sardegna, con l'annessione del Piemonte all'isola. Seguirono il Risorgimento e le guerre di Indipendenza che portarono all'Unità di Italia. All'interno di questo lungo periodo di dominazione, prima spagnola, poi sabauda, la Sardegna ha assorbito usi e tradizioni delle popolazioni dominanti, soprattutto spagnoli, conservando ancora oggi le ricorrenze più importanti. Così ogni anno sfilano i carri e i costumi di tutta la Sardegna in occasione delle feste religiose dedicate ai santi, come Sant'Efisio a Cagliari e il Redentore a Nuoro. La famosa Cavalcata Sarda, invece, risale al 1899, anno in cui la città di Sassari si preparò a fare gli onori al re Umberto I e la Regina Margherita di Savoia giunti per inaugurare il monumento a Vittorio Emanuele II.
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Cagliari-Villa San Pietro: 29 km
Arzachena-Sassari: 128 km
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